Molti (di quelli che non vanno in bici) confondono la ciclabilità con la presenza di piste ciclabili. Sbagliato. Le piste ciclabili sono solo una delle possibili soluzioni per permettere alle persone di spostarsi in bicicletta. Ce ne sono diverse altre, ad esempio la creazione di zone 30, e più in generale tutti i provvedimenti di moderazione del traffico. I ciclisti usano le strade per spostarsi, anche dove non ci sono piste ciclabili, o dove sono malfatte. E devono potersi muovere in sicurezza. Alcuni (amministratori, giornalisti) usano il numero di chilometri di pista ciclabile come un possibile indicatore di amministrazione “bike-friendly”. Pura propaganda. L’importante è la qualità delle piste ciclabili, non il numero di chilometri. Le piste devono essere: utili (servono per percorsi a traffico elevato, non per i tragitti poco frequentati, anche se lì è più facile farle perché si dà meno fastidio alle auto) usabili (non essere impraticabili, come quelle di via Sacchi e corso Re Umberto a Torino) non pericolose (come quelle di corso Francia e corso Monte Cucco, sempre a Torino) in buono stato di manutenzione altrimenti chi va in bici non le usa. Quali scelte di progettazione stradale favoriscono la mobilità sostenibile? Un buon punto di partenza è il sito dell’area tecnica FIAB, e il portatele del Comune di Torino: Torino in bici.
FIAB Area tecnica Torino in bici
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