La “Consulta per la Mobilità ciclistica e la moderazione del traffico” è stata istituita con delibera del Comune di Torino a marzo 2017 e si è riunita per la prima volta il 18 luglio 2017. A quasi un anno dall'inizio della sua attività è tempo di tracciare un bilancio sintetico, per agevolare la discussione su cosa ha funzionato, cosa non ha funzionato e cosa andrebbe migliorato per farla diventare una realtà utile alla città. FIAB Torino Bici e Dintorni, la più grande associazione di ciclisti in Piemonte aderente alla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), valuta l'esperienza in modo sostanzialmente negativo. Rapporti con il Comune di Torino Nella delibera che ha istituito la Consulta si legge che (funzioni propositive): “La Consulta potrà inoltrare al Consiglio Comunale, agli Assessori competenti ed ai Presidenti di Circoscrizione relazioni sulla situazione nell'area tematica di interesse, osservazioni e proposte; inoltre l'Amministrazione presenterà alla Consulta ogni inizio anno la bozza del piano di lavoro di cui alla Parte IV, punto 3, del Piano della Mobilità ciclabile - Biciplan, approvato dal Consiglio Comunale il 13 ottobre 2013, al fine di discutere, integrare e condividere le linee di lavoro a breve e medio periodo”. Coerentemente con quanto enunciato, la Consulta aveva formulato una serie proposte presentate alla Giunta Comunale nella riunione dell'11 dicembre 2017, articolate unanimemente dalle associazioni partecipanti in una serie di priorità: In concreto, ecco le nostre richieste: - Con il fine di diminuire la velocità delle automobili (e di conseguenza migliorare la sicurezza), chiediamo di installare autovelox fissi, come avviene in altre città italiane e in molti comuni dell'hinterland torinese e della città metropolitana; ci risulta che in questo senso si fosse già espresso il Prefetto (il 29 aprile 2011), il quale aveva individuato una ventina di luoghi ove realizzare postazioni conformi al Codice della Strada. - Controviali a 30 km/h, con interventi di moderazione del traffico che impediscano velocità elevate da parte delle automobili, in modo che i controviali possano essere utilizzati sia da auto che da bici; tali interventi (spesso a costo nullo o prossimo allo zero), possono ricalcare il modello spagnolo delle Superilles, con chicanes ottenute anche solo con arredo urbano. - Zone “scuola car free”: ne esistono già, ma spesso non vengono rispettate, chiediamo quindi che siano presidiate, con il ricorso a volontari civici o (meglio) con la reintroduzione dei "nonni vigile", per arrivare a una reale attuazione del progetto. Gli studenti di oggi saranno i cittadini di domani. Abituandoli alla mobilità sostenibile, in futuro la domanda di spazi così concepiti diverrà per loro spontanea. Per incoraggiare questa propensione, sarebbe anche auspicabile sensibilizzare genitori e professori con momenti formativi, incoraggiandoli a ripristinare, per esempio, il pedibus e il bicibus. - Sempre nell’ottica di sensibilizzare la cittadinanza, chiediamo l’estensione temporale della ZTL a 12 ore (ad esempio 7,00-19,00), affiancata a momenti di confronto e di formazione dove vengano spiegati – soprattutto alle associazioni dei commercianti - i motivi dell’estensione e durante i quali sia possibile anche ascoltare le loro necessità; se viene proibita la possibilità di entrare nella ZTL con l’auto, bisogna anche fornire un’alternativa che non sia solo la bici: il TPL torinese è in crisi, e chiediamo un miglior utilizzo delle risorse. Coerentemente con questa proposta, e nell’ottica di sensibilizzare ed abituare il maggior numero di cittadini possibile, proponiamo di assumere come impegno quello di istituire come domenica ecologica tutte le prime domeniche del mese. - Manutenzione della rete ciclabile esistente, da troppi anni trascurata, che molto spesso i ciclisti evitano per non doversi rompere la schiena. - Implementazione della rete ciclabile che permetta di connettere le varie piste ciclabili con continuità e che permetta anche a chi abita in periferia di spostarsi con la bici. In particolare, per chi abita nei quartieri a nord e ovest di Torino raggiungere in bici il centro città in condizioni di sicurezza accettabile è praticamente impossibile. - Favorire l’intermodalità, realizzando parcheggi bici in prossimità di luoghi di interesse, stazioni metro, stazioni treni e spingendo il bike sharing anche in periferia Data l'ufficialità delle proposte, la Consulta aveva richiesto una risposta scritta da parte della Giunta, che non è arrivata. Nella delibera di istituzione della Consulta è scritto inoltre che “l'Amministrazione presenterà alla Consulta ogni inizio anno la bozza del piano di lavoro di cui alla Parte IV, punto 3, del Piano della Mobilità ciclabile - Biciplan, approvato dal Consiglio Comunale il 13 ottobre 2013, al fine di discutere, integrare e condividere le linee di lavoro a breve e medio periodo.” Anche questo impegno non è stato ottemperato. L'Amministrazione non vuole far sapere i propri piani e le risorse che intende impiegare per ciclabilità e moderazione del traffico, né annualmente né su medio-lungo periodo. O almeno non vuole farli sapere ufficialmente, impedendo di fatto la trasformazione del Biciplan in un piano di programmazione operativa e verificabile, ossia quello che è stato fin dall'inizio l'obiettivo principale delle associazioni della Consulta. Situazione reale su ciclabilità e moderazione del traffico. Nei due anni trascorsi dall'insediamento dell'attuale Giunta Comunale il numero degli incidenti che coinvolgono ciclisti e pedoni a Torino è cresciuto, mentre gli investimenti per ciclabilità e moderazione del traffico si sono ridotti drasticamente e si è assistito al progressivo abbassamento del livello di servizio del trasporto pubblico. A fronte di questa situazione, la Consulta ha proseguito le proprie attività come se non fosse accaduto nulla, senza accennare ad alcuna protesta e senza pretendere dalla Giunta il rispetto di ciò che la Giunta stessa aveva deliberato istituendo la Consulta. La Consulta c'è, ma non viene consultata: il suo ruolo di Consulta è quello di una foglia di fico per coprire, in una messinscena di dialogo fittizio dell'attuale Giunta Comunale con le associazioni aderenti, le inadempienze della Giunta stessa. Gli stretti rapporti tra l’attuale amministrazione e l’associazione Bike Pride hanno finora fatto sì che la maggioranza della Consulta evitasse ogni critica pubblica alla Giunta, e hanno simmetricamente spinto la Giunta a favorire e promuovere l'annuale parata del Bike Pride. Il perdurare di questa situazione eclissa l’immagine e il ruolo stesso della Consulta.
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